Nascono le associazioni multidisciplinari, coinvolti anche gli avvocati

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Nascono le associazioni multidisciplinari, coinvolti anche gli avvocati

Si sta aprendo un nuovo interessante mercato professionale e la classe forense ne farà pienamente parte. È quanto emerge dal decreto ministeriale predisposto da via Arenula in attuazione dell’art. 4 della riforma forense (l. n. 247/2012), che, proprio in questi giorni, ha ricevuto il placet anche del Consiglio Nazionale Forense. In attesa dell’ultimo tassello, la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, il Ministero della Giustizia può confermare il suo via libera al percorso di aggregazione di ben 17 classi, che, con i suoi praticanti, saranno libere di organizzarsi e unirsi in collegi e ordini. Più precisamente, si tratta della nascita di associazioni multidisciplinari, la cui costituzione permetterà non soltanto agli utenti di interagire con un unico soggetto che abbracci un ventaglio ampio di offerte professionali, ma consentirà agli stessi aderenti di potersi confrontare in nuovi ambiti e con nuove situazioni lavorative, arricchendo il proprio bagaglio di competenze e conoscenze e quindi anche il proprio background dell’esercizio. Gli avvocati, in particolare, in base allo schema di decreto approvato dal CNF, potranno stringere collaborazioni con ingegneri, medici, commercialisti, consulenti del lavoro, architetti, biologi e altri professionisti iscritti a un albo e un ordine, con la sola eccezione della classe notarile. È bene precisare che, attualmente, la legislatura per la pratica forense prevede che ciascun avvocato possa aderire a una sola associazione. Tuttavia, tale norma potrebbe decadere presto in seguito alla discussione dell’ormai noto ddl concorrenza all’esame del Parlamento. È prevista, infatti, una modifica di questa restrizione, per cui i legali potrebbero associarsi liberamente, con l’unico limite del conferimento dell’incarico professionale a titolo personale e che la partecipazione al sodalizio non possa pregiudicare la libertà, l’autonomia e l’indipendenza del professionista.

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