“Il lavoro dell’avvocato”, le riflessioni dei relatori

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“Il lavoro dell’avvocato”, le riflessioni dei relatori

In un mondo che cambia e corre sempre più rapidamente, in ogni aspetto del suo tessuto politico, ambientale e antropologico, è quanto mai necessario sapersi dimostrare vicini, percepibili e perfettamente integrati nel dinamismo della nostra società. È questo il focus principale su cui è stato incentrato il convegno «Il lavoro dell’avvocato: ecologia e organizzazione della professione forense», tenutosi a Bari giovedì 19 ottobre nell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia e organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Bari e da Polis Avvocati, che abbiamo presentato in un nostro precedente approfondimento.

Alcuni dei nostri referenti tecnici e legali hanno preso parte al confronto, seguendo tutti gli interventi e aggiornandosi in merito alle considerazioni emerse, che hanno tracciato importanti linee guida sull’evoluzione della professione legale, anche su scala nazionale, come certificato dalla presenza del Ministro della Giustizia Andrea Orlando. Proprio dal Guardasigilli, che è intervenuto in appendice, ci sembra opportuno partire nella nostra sintesi degli interventi. Per Orlando, infatti, “oltre l’importanza delle norme, i soggetti della Giustizia devono saper considerare che la società è in fase di cambiamento e devono saper capire come la società stessa li percepisce. Secondo me, devono appoggiarsi a quei valori fondamentali della legalità, unitamente a una concreta adesione europeista anche della Giustizia. Cogliere occasioni di alta cooperazione su scala europea ci consentirà di condividere occasioni di confronto e crescita sempre più importanti”.

Non meno interessanti gli interventi degli altri relatori. Il Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Fernanda Contri, ha specificato che il lavoro dell’avvocato è a tutela del cittadino. Non si può continuare a vivere con l’idea di quello Studio legale vecchio, scuro e chiuso, perché così l’avvocato non riesce a fornire quel nobile servizio importantissimo per la Costituzione”, mentre per il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, “le nuove forme associative sono modelli che non vanno scoraggiati ma vanno perfezionati: i vari istituti, tra cui le cooperative, queste ultime con un marcato riferimento a un concetto di solidarietà e mutualità, non vanno giudicati aprioristicamente ma vanno testati sul campo”. Secondo Giovanni Lega, presidente dell’Associazione Studi Legali Associati (ASLA), inoltre, è necessario guardare al futuro, più precisamente: “la sfida è quella di far sì che si costruisca una piattaforma (lo studio legale), che non muoia con i propri fondatori. Per questo scopo, tecnologia e informatizzazione sono due validissimi alleati, così come lavorare sul brand dello Studio, che ne permette la valorizzazione e la tutela”.

A livello locale sono intervenuti il commissario dell’Ordine degli Avvocati di Bari, Antonio Giorgino, che ha dichiarato di essere dell’idea secondo cui “queste innovazioni, assieme alla legge sull’equo compenso per la cui approvazione il ministro Orlando è impegnato da tempo, possono contribuire a rilanciare e ridare dignità all’avvocatura, in particolare quella pugliese, colpita duramente dalla crisi economica che ha penalizzato soprattutto avvocati più giovani”, facendo esplicito riferimento  ai vantaggi che forme associative come la cooperativa possono apportare alla professione legale. Tra essi vanno menzionati una gestione partecipata e non verticistica degli studi, l’ottimizzazione di alcuni costi, l’integrazione dei servizi offerti e la salvaguardia dell’autonomia nell’esercizio della professione. A tal proposito, infine, molto appassionato il discorso dell’avvocato Michele Laforgia, che ha snocciolato dati e numeri sulle difficoltà della professione forense e ha evidenziato che “il mondo è cambiato, ma non noi. Non essendo cambiati abbiamo cominciato ad arretrare professionalmente ed economicamente. È aumentata la domanda ma non l’offerta, perché con la crescita della richiesta non è cresciuto l’apparato giudiziario che si è evoluto contro le regole”, ricordando l’importanza del contratto sociale, stipulato con il Paese da chi svolge il ruolo di difensore della Giustizia, e proponendo il modello di crescita, riorganizzazione e sviluppo dell’apparato professionale legale, come fatto, primo caso in Italia, da Polis Avvocati, di cui è socio.

Spunti e riflessioni che indicano la strada dell’avvocato del futuro, che se sposa opportunamente innovazione, apertura e tecnologia, è già presente.

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