
Negli ultimi anni la digitalizzazione della giustizia ha conosciuto una decisa accelerazione, sostenuta anche dalle risorse stanziate nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Se la complessità strutturale del sistema giudiziario italiano e le tempistiche eccessive dei procedimenti rappresentano da sempre un nodo critico, l’introduzione di strumenti digitali costituisce oggi una risposta concreta per snellire i flussi di lavoro e automatizzare attività tradizionalmente gestite in modo analogico.
La crescente domanda di soluzioni legal tech è stata accolta e incentivata dal Ministero della Giustizia, che ha avviato un percorso strutturale di innovazione, culminato nella creazione di piattaforme digitali dedicate, come il Portale dei Servizi Telematici (PST), infrastrutture digitali nate per connettere i professionisti con gli uffici giudiziari.
Un processo accompagnato da un costante aggiornamento normativo e tecnico, che ha contribuito a diffondere una cultura della digitalizzazione giuridica fondata su efficienza, tracciabilità e trasparenza. Oggi riti ordinari civili, penali, tributari e amministrativi, si avvalgono di strumenti telematici che hanno trasformato la quotidianità operativa degli avvocati, inaugurando una nuova fase per la professione forense e per l’intero sistema della giustizia.
Come definito dal Ministero della Giustizia il Processo Civile Telematico (PCT) è uno dei principali progetti dell’e-Gov italiano. Consente di predisporre e scambiare tra le parti interessate, ovvero avvocati, ausiliari del giudice, cancellieri, magistrati e professionisti, tutti i documenti del processo civile in formato elettronico.
Il sistema si integra con strumenti digitali ormai divenuti essenziali nella prassi forense, come la Posta Elettronica Certificata (PEC) e la firma digitale, e si avvale della piattaforma Polisweb, sviluppata dal Ministero della Giustizia per consentire la consultazione telematica dei registri delle cancellerie dei Tribunali, delle Corti d’Appello e di altri uffici giudiziari. Grazie a Polisweb, gli avvocati possono accedere in tempo reale ai fascicoli e alle informazioni sui procedimenti, riducendo tempi, costi e attività meramente burocratiche.
Nato con il D.P.R. 13 febbraio 2001, il PCT è il più maturo e diffuso tra i processi digitali italiani. Le successive innovazioni normative e tecniche hanno perfezionato il sistema, eliminando vincoli di accesso, estendendo l’obbligo del deposito telematico a nuove giurisdizioni e migliorando la compatibilità software. Oggi il PCT costituisce un pilastro della modernizzazione giudiziaria.
Il Processo Penale Telematico (PPT) rappresenta la fase più recente e delicata della digitalizzazione del sistema giudiziario italiano. Con il Decreto Ministeriale 27 dicembre 2024, n. 206, è stato stabilito l’obbligo di deposito telematico degli atti penali a partire dal 1° gennaio 2025, coinvolgendo magistrati, avvocati e uffici giudiziari competenti.
Nonostante l’entrata in vigore dell’obbligo, alcuni tribunali hanno previsto sospensioni parziali o differite, in ragione di criticità emerse nella fase di implementazione. In particolare, l’applicativo APP, destinato alla gestione digitale dei procedimenti penali, ha ricevuto inizialmente osservazioni critiche dal CSM. Problematiche riconducibili ad una fase di sperimentazione ritenuta troppo breve.
Guardando al futuro, l’estensione completa del PPT a tutti i livelli di giurisdizione, prevista entro il 2027, costituirà il definitivo passaggio a un sistema penale integralmente digitale.
Il Processo Tributario Telematico (PTT) è stato introdotto per semplificare e rendere più efficiente il rapporto tra contribuenti, enti e commissioni tributarie. Dal 1° luglio 2019, è diventato obbligatorio il deposito e la notifica degli atti tributari tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) e firma digitale.
La piattaforma di riferimento, SIGIT (Sistema Informativo della Giustizia Tributaria), consente la gestione integrale online dei giudizi di primo e secondo grado, garantendo tracciabilità e tempestività delle comunicazioni tra contribuenti, difensori e commissioni tributarie.
Grazie alla digitalizzazione, il contenzioso tributario è diventato più accessibile, riducendo gli oneri amministrativi e rafforzando la certezza delle comunicazioni processuali, a beneficio di tutti gli attori coinvolti.
Attivo dal 1° gennaio 2017, il Processo Amministrativo Telematico (PAT) ha introdotto la gestione digitale dei giudizi davanti ai Tribunali Amministrativi Regionali e al Consiglio di Stato.
Tutti gli atti, dal ricorso ai provvedimenti del giudice, sono redatti in formato digitale, firmati elettronicamente e depositati tramite PEC o portale, secondo le regole stabilite dal D.Lgs. 104/2010, che conferiscono al documento una validazione temporale certa e valore probatorio.
Il sistema informativo SIGA consente il deposito, la conservazione e la consultazione dei fascicoli processuali, garantendo validità giuridica e tracciabilità degli atti. La piena digitalizzazione ha ridotto tempi e costi, migliorando anche la trasparenza percepita dai cittadini.
L’integrazione dei processi telematici ha prodotto vantaggi tangibili sia per il sistema giudiziario sia per la professione forense. Tra i principali benefici si evidenziano:
Per gli avvocati, in particolare, la digitalizzazione ha trasformato profondamente la quotidianità professionale. La possibilità di accedere e consultare atti online elimina spostamenti e costi di domiciliazione, mentre il deposito telematico degli atti, con ricevute di accettazione automatica, rende il procedimento più rapido e sicuro. La preparazione dei casi risulta più efficiente grazie alla digitalizzazione e all’integrazione di materiali multimediali, come file audio e video, consentendo agli avvocati di gestire meglio le informazioni e di organizzare il lavoro in maniera più strategica. Questi strumenti si rivelano particolarmente utili per studi di piccole dimensioni o per giovani professionisti, che possono così delocalizzare i servizi legali senza compromettere qualità ed efficacia.
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