Rapporto avvocato-cliente: si applicano le regole a tutela dei consumatori

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Rapporto avvocato-cliente: si applicano le regole a tutela dei consumatori

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 181/15 del 12.01.2015, e la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza del 15-1-2015 nella causa C?537/13, concordano nell’affermare che nei rapporti con il proprio avvocato, il cliente vada considerato come un “consumatore”.

Al rapporto tra i due soggetti andrà, pertanto, applicata la normativa nazionale ed europea relativa alla tutela del consumatore, ossia il codice di consumo e, più in generale, tutto ciò che concerne la tutela del cittadino.

Seppure il rapporto tra assistito e legale sia basato su una scelta del primo e sulla reciproca stima, il cliente va visto e considerato come un “contraente debole”. A lui, quindi, non potranno applicarsi quelle che, secondo la legge, vengono considerate clausole abusive, che comporterebbero una particolare sproporzione e aggravio della prestazione del consumatore. In caso di controversie tra il cliente e il difensore da lui stesso nominato, pertanto, il giudice competente sarà quello della residenza dell’assistito.

Nonostante il rapporto tra cliente e legale sia di natura “fiduciaria”, ossia basato su una libera scelta e un rapporto di reciproca stima, così come previsto dall’art. 11 del Codice Deontologico Forense, il cliente va, comunque, considerato come un “contraente debole”.

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