
L’Italia fa un passo deciso in avanti nella transizione digitale con l’approvazione della Legge n. 132/2025. Si tratta del primo quadro normativo nazionale in Europa concernente l’Intelligenza Artificiale.
La legge si compone di 28 articoli suddivisi in 6 capi che definiscono: principi e finalità generali, disposizioni settoriali, strategia nazionale e autorità competenti, tutela degli utenti e diritti d’autore, disposizioni penali e finanziarie. Essa integra e si conforma al regolamento europeo AI Act, intervenendo su settori strategici con l’obiettivo di promuovere un utilizzo antropocentrico, sicuro, trasparente e responsabile della tecnologia.
Approvata il 17 settembre ed entrata in vigore lo scorso 10 ottobre, il percorso legislativo della legge in esame è durato complessivamente più di un anno e mezzo.
La legge demanda al Governo l’emanazione di decreti legislativi attuativi. Pertanto molte norme avranno efficacia concreta solo quando saranno definiti i provvedimenti dettagliati su aspetti tecnici e applicativi, come la governance effettiva, le modalità di notifica, le regole di sicurezza e trasparenza specifiche per i vari settori.
Per l’implementazione e la vigilanza sull’utilizzo dell’IA, la legge conferisce ruoli specifici a due autorità già esistenti: Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID).
Entrambe operano in coordinamento con un tavolo interistituzionale presso la Presidenza del Consiglio, che aggiorna ogni due anni la strategia nazionale sull’IA e redige un report annuale al Parlamento per monitorare l’evoluzione del settore.
La legge definisce ambiti privilegiati di applicazione dell’IA con indicazioni specifiche per diversi settori considerati rilevanti per la crescita del sistema Paese.
L’essere umano resta al centro del processo decisionale.
L’antropocentrismo è il principio fondante della legge. Questo significa chiarire il confine tra strumenti e persone, arginando i potenziali rischi e favorendo una cultura digitale che sappia guidare il cambiamento, senza però rinunciare alla sfera umana.
Nella fattispecie la legge definisce gli interventi umani come prioritari specialmente nelle decisioni sensibili.
La tutela dei diritti civili è un aspetto prioritario che si evince dai sistemi di tracciabilità e dalla presenza di organi di controllo nazionali.
Per tutti i professionisti della legge, questo quadro normativo rappresenta una sfida e un’opportunità per migliorare i flussi di lavoro e ampliare l’offerta legale a supporto delle imprese.
Dal punto di vista legale, la normativa richiede attenzione a più fronti:
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